Trasferirsi in Svezia: vivere all’estero tra sogni, sfide e nuove opportunità
Oggi condivido con voi l’esperienza di Irene, una giovane donna che ha deciso di trasferirsi all’estero per inseguire i suoi sogni. Dopo aver studiato relazioni internazionali, Irene aveva l’obiettivo di costruire una carriera fuori dall’Italia, desiderio che l’ha portata a vivere per quasi quattro anni in Svezia.
Qui trovate il video e sotto il proseguimento del racconto testuale.
Un sogno che diventa realtà: la partenza per Stoccolma
Irene ha sempre avuto un forte desiderio di vivere e lavorare all’estero. Dopo la laurea magistrale, si è presentata l’opportunità di fare un tirocinio post-laurea presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, in Svezia. “Avevo sempre pensato di trasferirmi in Belgio per lavorare nelle istituzioni europee, ma poi è arrivata questa occasione in Svezia e ho deciso di coglierla,” racconta Irene. Questo tirocinio, inizialmente previsto per sei mesi, ha segnato l’inizio della sua avventura svedese, che si è poi protratta per quasi quattro anni.
Dopo il tirocinio, Irene ha continuato a cercare opportunità di lavoro in Svezia, intervallando le esperienze professionali con corsi di lingua svedese. “Nonostante in Svezia tutti parlino inglese, per il tipo di lavori che volevo fare io era necessario conoscere anche la lingua locale, soprattutto per le parti amministrative e burocratiche,” spiega. Questo percorso le ha permesso di crescere professionalmente, ma ha anche incontrato alcune difficoltà lungo la strada, soprattutto quando la pandemia di COVID-19 ha colpito il mondo.
Le sfide della vita all’estero
L’esperienza in Svezia è stata per Irene un’opportunità di crescita e indipendenza, ma non senza difficoltà. “All’inizio, tutto era entusiasmante: le novità, l’adattamento a una nuova cultura, tutto veniva vissuto con positività,” ricorda. Tuttavia, con il passare del tempo, alcune sfide sono emerse. Una delle più grandi difficoltà per Irene è stata l’assenza di luce solare durante i lunghi inverni svedesi, un aspetto che ha avuto un impatto significativo sul suo umore. “Dopo qualche anno, il buio e la mancanza di luce hanno iniziato a pesare. Non è tanto il freddo, ma proprio il buio che influisce sul fisico e sull’umore,” spiega. In Svezia, infatti, è comune dover assumere integratori di vitamina D per compensare la mancanza di esposizione al sole.
Un altro aspetto che Irene ha trovato difficile è stato l’adattamento al diverso stile di vita, soprattutto in termini di mobilità. “Mi mancava la possibilità di fare una gitarella fuori porta, visitare un paesino vicino, come siamo abituati a fare in Italia. In Svezia, le distanze tra una città e l’altra sono grandi, e per uscire dalla città hai bisogno di una macchina, cosa che io non avevo,” racconta. Questo aspetto ha reso più difficile per Irene evadere dalla routine e godersi il tempo libero come era abituata a fare in Italia.
Il sostegno delle persone care e le divergenze di opinione
Nonostante il sostegno iniziale della sua famiglia e dei suoi amici, Irene ha dovuto affrontare alcune divergenze di opinione riguardo alla sua scelta di trasferirsi in Svezia. “La mia famiglia e i miei amici sapevano che il mio obiettivo era trasferirmi all’estero, ma non capivano perché proprio in Svezia,” ricorda. Le preoccupazioni riguardavano principalmente il clima, la qualità del cibo e la scelta di seguire il suo fidanzato, con cui si era trasferita. “Loro pensavano che questa dovesse essere una scelta completamente mia, e non dettata anche da una relazione affettiva,” spiega Irene, sottolineando come, nella società in cui viviamo, spesso le scelte personali vengano percepite in modo diverso se influenzate da legami affettivi.
Un consiglio per chi vuole trasferirsi all’estero
Alla fine della sua esperienza in Svezia, Irene ha scelto di tornare in Italia, trovando un lavoro che le permette comunque di viaggiare. Guardando indietro, offre un consiglio prezioso a chi sta pensando di trasferirsi all’estero: “La preparazione è fondamentale. Prima di partire, è importante informarsi, preparare i documenti necessari, e avere una chiara idea del lavoro che si vuole fare. Partire allo sbaraglio può portare a frustrazioni e a una cattiva esperienza.”
Per chi invece si trova già all’estero ma sta vivendo un momento di difficoltà, Irene consiglia di non arrendersi subito: “Non c’è niente di male nel tornare indietro o nel cambiare città. L’importante è non vedere queste scelte come un fallimento. A volte, basta cambiare contesto per trovare il proprio habitat ideale.” Irene sottolinea l’importanza di essere flessibili e di non aver paura di modificare il proprio percorso se qualcosa non funziona.
Conclusioni
La storia di Irene è un esempio di come le esperienze all’estero possano arricchire la vita, ma anche presentare sfide significative. La sua esperienza in Svezia le ha permesso di crescere, di acquisire indipendenza e di vivere un importante capitolo della sua vita. Tuttavia, è anche una testimonianza del fatto che non tutte le esperienze sono perfette, e che è importante ascoltare se stessi, adattarsi e fare scelte che ci rendano felici.
Se state pensando di trasferirvi all’estero o se state vivendo un momento di difficoltà lontano da casa, spero che la storia di Irene possa offrirvi spunti di riflessione e incoraggiamento. Non esitate a condividere le vostre esperienze nei commenti. Sono qui per ascoltarvi e supportarvi in questo percorso.
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