La lunch box: preoccupazioni di una mamma expat

Vivere da expat e affrontare le sfide quotidiane: il caso della lunch box
Mia figlia ha appena iniziato l’asilo qui in India e, sin dal momento in cui con suo papà abbiamo deciso che avrebbe frequentato la scuola qui, una delle mie principali preoccupazioni è stata la “lunch box”. In molte scuole e asili indiani, infatti, non viene preparato il pranzo per i bambini, ma lo devono portare da casa. Se fossimo stati in Italia, non mi sarei posta troppe domande: so cosa mangiano i bambini della sua età per merenda. Ma in India le abitudini alimentari sono diverse.
La sfida della diversità culturale nella quotidianità di una famiglia expat
Non voglio addentrarmi ora nei dettagli di queste differenze, ma riflettere sulla natura delle mie preoccupazioni. Cosa penseranno gli altri bambini o le maestre se le do la merenda “sbagliata”? Già si distingue per il colore della pelle, verrà percepita ancora più diversa per quello che mangia? Come posso integrare le nostre abitudini di casa, già frutto di un intreccio culturale, con quelle della scuola? Sono tutti pensieri che arrivano di pancia, automatici.
E così, ecco che da una questione apparentemente minima come una lunch box per la scuola emergono riflessioni più profonde: l’apparenza, la diversità, l’appartenenza a un gruppo, il valore delle abitudini culinarie come strumento di partecipazione culturale, la paura di non essere accettati, il timore che certe scelte di vita – vivere da expat, crescere figli expat, formare una famiglia expat in India – abbiano un impatto sui propri figli.
Essere expat e il valore dell’ascoltarsi
Può essere importante dare spazio a questi pensieri quando si è expat e parte di una famiglia multiculturale. Essere costretti o costrette a trovare una soluzione a questioni pratiche potrebbe diventare l’occasione per andare un pochino più in profondità e mettersi in contatto con temi per noi ancora difficili, dubbi e questioni irrisolte legate all’identità culturale e all’integrazione culturale. Non esiste un modo giusto o sbagliato di affrontare queste situazioni, ognuno ha la propria storia e il proprio percorso. Ma qui vorrei proporre un approccio basato sull’ascolto di sé e sull’apertura alla complessità.
Crescere tra due culture: un’opportunità per i bambini multiculturali
Se anche tu ti trovi ad affrontare situazioni simili nella tua vita da expat, prova a chiederti cosa ti sta suscitando quel momento. Nel mio caso, mi sono resa conto che la mia paura principale era che mia figlia venisse percepita come diversa e che non si sentisse parte di una delle due culture in cui vive. Ma questo timore è legato alla mia esperienza personale: per molto tempo non mi sono sentita appartenente né all’Italia né all’India, e non voglio che lo stesso accada a lei. Ma questa è la mia storia, non necessariamente la sua. Lei ha un percorso diverso dal mio, e potrebbe vivere la sua identità culturale in modo più fluido e naturale di quanto io riesca a immaginare. Ecco perché l’ascolto di sé è fondamentale: capire cosa stiamo proiettando fuori, quali vissuti ancora irrisolti, quali parti del nostro passato riemergono. Al tempo stesso, è utile riflettere su quali sono i propri valori. Per me e per il suo papà, è essenziale trasmetterle il senso di appartenenza a entrambi i suoi paesi, Italia e India. Quindi, più che preoccuparmi se la sua lunch box per la scuola sarà giusta o sbagliata, perché non concentrarmi su come farle sentire il più possibile che appartiene a entrambe le sue culture, senza bisogno di rinunciare a nulla?
La vera domanda
Forse la vera domanda non è se riusciremo a farlo, ma come possiamo accompagnarla in questo percorso, lasciandole lo spazio per costruire la propria identità in modo libero e autentico. Magari, partendo proprio da una “lunch box”.
E tu, hai mai affrontato situazioni simili nella tua vita da expat? Quali strategie hai adottato per aiutare i tuoi figli a sentirsi parte di due culture? Se hai bisogno di supporto per affrontare una situazione o i vissuti che ti evoca, non esitare a scrivermi utilizzando lo spazio qui sotto.
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